Very's review: Duma Key

venerdì 21 giugno 2013

Titolo:  Duma Key
Autore:  Stephen King
Editore: Sperling Paperback
Pubblicazione: giugno 2009
Prezzo: € 11.40 (io ho goduto della promo -25%)
La mia copia è: brossura
Pagg:  740



Very lo valuta:


Questo libro si unisce alla mia già ben nutrita collezione di libri del signor King, mio autore preferito da sempre. L'affetto che provo per il Re del brivido è nato, come molti miei amici sanno bene, con la lettura di It in giovanissima età. Il malloppone era notevole ma non mi intimidì e mi ritrovai a leggerlo giorno e notte (ahi ahi ^^) presa dalla splendida storia di Pennywise. Da lì in poi è stato amore. Io però non sono una di quelle fans che perdonano ogni caduta al proprio autore prediletto, io al contrario riconosco che King non ha raggiunto recentemente le vette di alcuni suoi famosissimi libri. E questo, ahimé, è il caso di Duma Key. Ma vediamo a grandi linee di cosa parla:

TRAMA:
Dopo che una gru si abbatte sul suo pickup, Edgar Freemantle deve far fronte a una vita diversa. Devastato nel fisico, e non solo, dapprima cerca di accoltellare la moglie e poi di strangolarla con la mano sinistra (l'altra mano l'ha persa, con tutto il braccio destro, nell'incidente). Apparentemente ristabilito, lascia le sue proprietà alle due figlie e alla moglie, che ha deciso di divorziare da lui, e si stabilisce su una solitaria e paradisiaca costa della Florida, Duma Key, dove affitta una grande villa rosa sulla spiaggia. Proprietaria di tutta la zona è l'anziana Elizabeth Eastlake, una signora non del tutto lucida che allerta subito Edgar di un grande pericolo che lo minaccia. Intanto Edgar si scopre una dote inaspettata di pittore: i quadri che comincia a dipingere, specie quando il braccio amputato gli procura degli strani formicolii, rivelano un talento eccezionale, non solo dal punto di vista artistico... Proprio quando la sua vita sembra ricomporsi, anche grazie alla comprensione della ex moglie e al costante affetto delle figlie, che lo sostengono a distanza nella sua nuova attività artistica, il passato di Elizabeth viene a interferire violentemente con il presente di Edgar.

Ora, sono in difficoltà. Perchè come sempre per me è complesso cercare di tirar fuori ogni aspetto che mi ha intrigata di un buon libro. E nel caso di Mr. King di carne al fuoco ce n'è molta. Inizio col dire che è scritto il maniera squisita, probabilmente anche grazie alla traduzione italiana di Tullio Dobner, curatore delle traduzioni dei libri di King da molti anni. La prima parte del libro scivola via veloce, incuriosendo il lettore che si trova in medias res nell'azione e viene condotto per mano nella conoscenza dei personaggi e in particolare di Edgar Freemantle, rivelandone con accuratezza i disagi psichici e fisici. In questa prima parte del libro, che io ho preferito, King caratterizza il protagonista in maniera squisita permettendoci di vedere con i suoi occhi e provare sensazioni con il suo cuore. Splendidi sono i momenti in cui descrive il rapporto con la ex-moglie e le figlie, queste ultime grandi amori della sua vita. Degni di menzione sono anche le descrizioni dei tramonti della Florida.
Interessante è scoprire che molto di King è riversato nel testo a partire dall'incidente che ha colpito Freemantle; anche l'autore ha vissuto un esperienza del tutto simile con trauma cranico e fratture multiple grazie a Dio salvando, nel suo caso, il braccio. Da questo possiamo intuire come King abbia voluto far riflettere sulla forza di volontà che colpisce i soggetti gravemente menomati, persone che trovano nella creatività un mezzo per esprimere le loro sensazioni, le loro speranze di guarigione ma anche la loro rabbia. Mai come in questo libro la massima "mind healing body" ["la mente che guarisce il corpo", ndr] è applicabile. Quello che accade però è che le opere che Freemantle dipinge a Duma Key non sono normali tele e sprigionano un forte potere che riesce a distorcere e cambiare la realtà. La seconda parte del libro è piuttosto lenta e il ritmo diventa più noioso seppur dalla 400esima pagina circa riprenda il vigore dell'inizio.

E' la fine, che ovviamente non rivelerò, che lascia un pò l'amaro in bocca, non convince. Il lungo percorso che noi lettori e i protagonisti abbiamo fatto aveva tutta l'aria di portare ad un epilogo importante ma King sembra averlo voluto "banalizzare" dando forse più importanza al percorso di crescita che Edgar Freemantle ha compiuto con i compagni di viaggio Wireman e Jack Cantori. Come spesso accade King vuole farci staccare dalla trama per riflettere su altri temi e ogni lettore vede, in questi, pezzi della propria vita.

Per ammissione dello stesso Stephen King il brivido presente nelle sue opere cambia con il procedere della sua bibliografia e per non riprodurre una <<shooting gallery>> [citazione dell'autore, intervista su youTube] cerca di sperimentare diverse forme di paura. La paura che tutti noi possiamo trovare negli occhi di uno sconosciuto, di un venditore, di un passante che si offre di aiutarci. Il brivido celato nelle persone, nella quotidianità è di gran lunga quello che terrorizza di più.

Very

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